Comunicato stampa

DONNA ACCUSATA DI CRIMINE D’ODIO IN UN’AGGRESSIONE A REGO PARK

Il procuratore distrettuale del Queens Melinda Katz ha annunciato oggi che Giselle DeJesus è stata accusata di aggressione come crimine d’odio e di altre accuse per aver presumibilmente aggredito una coppia fuori dalla loro casa di Rego Park davanti ai loro due figli il 6 novembre.

Il procuratore distrettuale Katz ha dichiarato: “I crimini d’odio sono inaccettabili. L’imputato avrebbe preso parte a un’aggressione dolosa che comprendeva violenza fisica e ripugnanti insulti di odio. Una famiglia è stata terrorizzata a causa del suo credo religioso. Questo tipo di bigottismo sarà affrontato e perseguito nella Contea di Queens”.

DeJesus, 35 anni, di Woodhaven Boulevard, è stata chiamata in giudizio oggi davanti al giudice Mary Bejarano del tribunale penale del Queens per una denuncia che la accusa di aggressione di secondo grado come crimine d’odio, tre capi d’accusa di molestie aggravate di secondo grado, quattro capi d’accusa di aver messo in pericolo il benessere di un bambino e un capo d’accusa di condotta disordinata. Se condannato, DeJesus rischia fino a 15 anni di carcere.

Il procuratore distrettuale Katz ha dichiarato che il 6 novembre 2020, l’imputato e un uomo non arrestato avrebbero avvicinato una famiglia nel parcheggio posteriore del loro condominio su Woodhaven Boulevard, dove vivono sia la famiglia che l’imputato. Secondo la denuncia, DeJesus avrebbe afferrato l’hijab della donna urlandole “f—— musulmano”. Secondo le accuse, l’imputato aveva precedentemente molestato la donna e i suoi figli nel parcheggio dell’edificio il 27 settembre 2020.

Secondo la denuncia, il 6 novembre il marito della vittima ha messo un braccio tra la moglie e l’imputato chiedendogli di lasciare in pace la sua famiglia. L’uomo non arrestato ha poi spinto le mani sul viso e sul petto della vittima maschile, facendola cadere a terra.

Secondo il procuratore, mentre la vittima era a terra, DeJesus l’avrebbe preso a calci più volte nello stomaco e avrebbe gridato oscenità, mentre l’uomo non arrestato l’avrebbe preso a calci in testa e in faccia e avrebbe minacciato di uccidere l’intera famiglia.

Il presunto complice dell’imputato rimane a piede libero.

Il marito è stato poi portato in un ospedale locale per fratture multiple ed estese al naso e al viso, per le quali ha dovuto subire un intervento chirurgico.

L’indagine è stata condotta dal detective Ronald York del 112° distretto.

L’assistente procuratore distrettuale Michael E. Brovner, capo dell’Ufficio crimini d’odio, sta perseguendo il caso sotto la supervisione dell’assistente procuratore distrettuale esecutivo della Divisione di prova Pishoy Yacob.

**Le denunce penali e i rinvii a giudizio sono accuse. Un imputato è presunto innocente fino a prova contraria.